Il 6 marzo la firma dei primi 24 protocolli – Dichiarati 662 milioni di co-finanziamento ma molti interventi sarebbero partiti comunque.
Partono i cronoprogrammi per l’attuazione dei primi 24 progetti del «Piano periferie 2», quello avviato in base alla legge di Stabilità 2016 (art. 1 comma 974).
La firma dei protocolli di intesa tra il governo e i Comuni proponenti (capoluoghi di provincia e Città metropolitane) è prevista per il 6 marzo, e saranno così assegnati i primi 500 milioni di euro (quelli appunto stanziati dal 1° gennaio 2016), ai primi 24 progetti nella graduatoria definita il 6 dicembre scorso e uscita in Gazzetta il 5 gennaio.
I protocolli dovranno essere registrati dalla Corte dei Conti (60 giorni pena silenzio-assenso, dunque entro l’inizio di maggio), poi i Comuni dovranno inviare entro i successivi 60 giorni aPalazzo Chigi i progetti (definitivi se nella proposta erano preliminari, esecutivi se erano già definitivi), con altri 60 giorni per l’esecutivo se nella proposta erano preliminari. La Presidenza ha fornito dati su tutti i 120 progetti presentati: il 77% delle iniziative erano solo a livello di studio di fattibilità o progetto preliminare, il 13% con il defintivo, il 10% con l’esecutivo. «Nella selezione – ha detto il segretario generale Paolo Aquilanti – sono stati privilegiati i progetti più velocemente cantierabili». Così dunque dovrebbero essere i primi 24.
Il governo Renzi, nella legge di bilancio 2017 (comma 141), ha inserito l’impegno di finanziare tutti i progetti selezionati (i 120 della graduatoria 6 dicembre 2016), in parte (800 milioni) con il nuovo Fondo Infrastrutture (comma 140, 1,9 miliardi nel 2017) e in parte (gli altri 800) con il fondo Fsc 2014-20.
Per sbloccare i primi serve un Dpcm su proposta dell’Economia, per i secondi una delibera Cipe, approvata il 6 marzo. Il Dpcm dovrebbe seguire a breve, poi serviranno registrazione e pubblicazione, almeno 3-4 mesi; probabile che i protocolli per gli altri 96 progetti arriveranno verso l’estate.
I piani finanziari dei 120 progetti in lista prevedono, oltre ai 2,1 miliardi di finanziamenti statali, co-finanziamenti pubblici e privati per 2,7 miliardi. Tuttavia molti di questi investimenti sono progetti autonomi, che sarebbero stati fatti comunque. In altri casi sono invece “veri” e “nuovi” interventi costruiti in sinergia con quelli del piano periferie.
Difficile però dire quanto pesano queste due categorie.