Canne fumarie e camini rappresentano gli elementi terminali degli impianti di combustione e la loro costante funzionalità è essenziale per garantire un rendimento termico ottimale, una corretta evacuazione dei fumi e per scongiurare i pericoli di incendio.
Prendersi cura delle canne fumarie non è sempre un lavoro semplice ed alla portata di tutti: si può avere a che fare con un semplice tratto verticale di pochi metri che non pone particolari problemi, ma spesso si incorre in tracciati lunghi e complicati, specie in edifici storici o che hanno subito diverse ristrutturazioni, dove neppure i proprietari sanno ricostruire con sicurezza l’andamento della condotta. Il primo passo consiste sempre in un accurato controllo esterno delle condizioni della struttura, in modo da identificare eventuali parti danneggiate, crepe e giunzioni che possono avere ceduto nel tempo.
Anche lo stato delle coibentazioni va controllato e vanno individuate le zone particolarmente a rischio che possono portare a surriscaldamenti o principi di incendio nelle zone circostanti, a volte del tutto prive di barriere di protezione termica, come nel caso di condotte in semplice lamiera che attraversano il tetto a pochi centimetri o addirittura a contatto di travi e traversini. L’utilizzo di una termocamera o di un termometro ad infrarossi può essere molto utile per identificare i tratti che possono presentare anomalie di temperatura, sintomo che richiede un accurato approfondimento di indagine. Una volta verificata l’integrità esterna, bisogna rendersi conto della situazione interna e della presenza di eventuali ostacoli che possono rendere difficoltosa la successiva opera di pulizia, come nidificazioni o ammassi di detriti vegetali. Per rendere più agevole l’ispezione interna, ormai da tempo sono disponibili endoscopi e sonde in fibra ottica dotate di telecamera, che permettono di visualizzare perfettamente lo stato interno della condotta anche lungo percorsi di decine di metri.
Per quanto riguarda la rimozione dei depositi interni, ancora oggi lo strumento principe è rappresentato dalla classica spazzola da trascinare lungo la condotta per mezzo di aste, funi e contrappesi, che però si è evoluta negli anni per varietà di forme e materiali costruttivi, in modo da ottimizzare l’azione abrasiva in base alla tipologia di canna fumaria senza rischio di danneggiarne le pareti. Durante tutto il procedimento,
che può essere lungo e laborioso, occorre evitare il più possibile la contaminazione degli ambienti con i residui della raschiatura, costituiti in massima parte da sostanze tossiche e cancerogene. Tutto il personale coinvolto deve essere adeguatamente protetto con guanti, mascherine filtranti ed indumenti a tenuta di polveri. Alla base della condotta deve essere applicata una manichetta aspirante per asportare e mettere in sicurezza i residui in accumulo, che dovranno poi essere smaltiti come rifiuti pericolosi (non è possibile il conferimento in una normale discarica, ma solo presso appositi centri di raccolta autorizzati). Se la base della condotta è un focolare aperto, come nel caso di un caminetto, l’apertura deve essere sigillata con un telo in plastica tutto intorno alla manichetta di aspirazione. Queste misure di prevenzione non devono mai essere trascurate: per rendersi conto dell’importanza del problema, basti ricordare che il nesso tra tumori cutanei e l’attività di spazzacamino è stato uno dei primissimi rischi professionali riconosciuti, già intorno alla metà del 1700 con l’emanazione del “Chimney sweep act” da parte del Parlamento britannico, la prima norma storica dedicata alla prevenzione degli infortuni ed alla tutela della salute sul lavoro.
Una volta terminata la pulizia, è buona norma tornare ad ispezionare il lume interno per verificare il buon esito dell’operazione e per individuare eventuali difetti nella struttura che avrebbero potuto celarsi dietro lo strato di incrostazioni. Quindi, occorre procedere a tutte le riparazioni necessarie e al ripristino delle coibentazioni danneggiate o mancanti, prima di consentire la riaccensione del focolare. Naturalmente, se per qualità e quantità i residui riscontrati si discostassero dalla norma, occorrerà anche controllare le caratteristiche del combustibile utilizzato ed i parametri di combustione, in modo da riportare il rendimento termico ad un valore accettabile e consentire un funzionamento sicuro dell’impianto.
Fonte: http://www.rcinews.it/2015/11/04/controllo-ispezione-e-pulizia-di-una-canna-fumaria/