19/10/2019 – “Per dare un nuovo volto alle nostre città” il Governo ha pensato di introdurre per il 2020 una nuova detrazione, un ‘bonus facciate’ del 90%, per la ristrutturazione dei prospetti esterni degli edifici.
La misura è stata proposta dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (Mibact), Dario Franceschini, per rilanciare gli investimenti per il restauro e il recupero delle facciate di palazzi e condomìni, una “norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane”.
Il bonus facciate, spiega Franceschini, consiste in “un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni!”.
La nuova detrazione – aggiunge il comunicato del Mibact – mira a concentrare nel prossimo anno gli investimenti per il rifacimento delle facciate di palazzi e edifici storici e moderni e servirà a rilanciare la cura degli stabili, la riqualificazione del patrimonio edilizio e il risparmio energetico con effetti immediati sull’occupazione nel settore edilizio, sul decoro urbano e sulle entrate fiscali.
Il ‘bonus facciate’ è messo nero su bianco nel Documento Programmatico Bilancio 2020; la motivazione – si legge nel documento – è quella di favorire gli investimenti sul patrimonio edilizio, anche per aumentare la resilienza e la sostenibilità. La norma sarà inserita nella Legge di Bilancio 2020, il cui testo non è ancora stato diffuso.
L’idea di una detrazione fiscale per i lavori di rifacimento delle facciate non è inedita: nel 2015 lo stesso Franceschini, anche allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, proponeva un ‘superbonus’ superiore al 60% per il restauro delle facciate, per migliorare le città e le periferie e dare lavoro alle imprese.
Franceschini si ispirava e si ispira ad una famosa legge francese degli anni ’60 voluta da Andrè Malraux, ministro della cultura con Charles De Gaulle dal 1959 al 1969, “che ha cambiato l’immagine di molte città della Francia”.
Secondo una stima del Centro studi dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance), il bonus facciate potrebbe creare un giro d’affari da 2,8 miliardi di euro e il costo per l’erario dovrebbe aggirarsi intorno a 12 milioni di euro per il 2021, anno in cui si manifesteranno gli effetti finanziari sul bilancio statale.
Non è ancora stato reso noto a quali interventi si applicherà il nuovo ‘bonus facciate’ nè se si aggiungerà – con requisiti diversi – ai diversi bonus fiscali dedicati ad abitazioni singole e condomìni, già in vigore e che la Manovra prorogherà per il 2020, o se ne assorbirà qualcuno, incrementandone le aliquote.
Provando a ipotizzare l’applicazione pratica del nuovo bonus, partiamo dal presupposto che rifare la facciata di un edificio significhi coibentarla, rifare l’intonaco e sostituire gli infissi e le schermature solari.
Ad oggi, i lavori su singole unità immobiliari e condomìni per rifacimento di intonaci e finiture, rivestimento delle facciate, coibentazione, ecc. godono del bonus ristrutturazione del 50%, mentre la coibentazione, l’installazione di sistemi a cappotto e le facciate ventilate accedono all’ecobonus del 65%.
Nei condomìni, se i lavori migliorano la prestazione energetica e interessano almeno il 25% dell’involucro, la percentuale di detrazione arriva al 70%/75%; se sono associati al miglioramento sismico in zona sismica 1, 2 e 3 addirittura all’85%.
In quest’ultimo caso si è molto vicini al 90% previsto dal bonus facciate, mentre i lavori agevolati al 50% e al 65% potrebbero salire al 90%, diventando molto più convenienti.
A parità di condizioni di accesso, il ‘bonus facciate’ sembra decisamente conveniente. Per verificare che sia davvero così, attendiamo di leggere la Manovra 2020 e, in particolare, i requisiti e i limiti del nuovo bonus.
Secondo una ricerca sulle epoche di costruzione degli edifici residenziali in Italia, condotta due anni fa da Cresme e Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), in Italia ci sono:
– 1 milione di edifici costruiti dal 2000 ad oggi;
– 5,5 costruiti dagli anni ’60 alla fine del Novecento;
– 1,8 milioni tra 1946 e 1960;
– 1,4 milioni tra le due guerre;
– 2,2 milioni costruiti prima del 1919.
per un totale di 11,9 milioni di edifici residenziali.
Il bonus facciate fa ‘indignare’ Rete IRENE, la Rete di Imprese per la Riqualificazione ENergetica degli Edifici. “Ci sono voluti più di 10 anni per mettere a punto il DM 26 giugno 2015 – dice il Presidente Manuel Castoldi – che è ritenuto il ‘testo unico’ per le nuove costruzioni e per gli interventi di manutenzione sul patrimonio esistente” e “più di 3 anni perché l’Agenzia delle Entrate regolamentasse ecobonus e sismabonus nella loro possibilità di cessione”.
Ad oggi – continua Castoldi – “se si fa un intervento sulla facciata di un edificio si è obbligati (salvo alcune deroghe ed esclusioni che peraltro incidono poco) a mettere a norma energetica l’involucro e, nel caso fosse richiesto, di migliorare la sua prestazione sismica”. “Le imprese del settore in questi anni si sono attrezzate per essere pronte tecnicamente ad affrontare questo mercato”. “Oggi la risposta della Politica qual è? Il ‘bonus facciate’ con detrazione al 90%!”
“Poniamo al Ministro Franceschini e al Presidente del Consiglio Conte una domanda: avete pensato a quale reazione avrebbe suscitato la Vostra frettolosa dichiarazione? Allo stato di fatto le conseguenze sono molteplici: condomini che chiedono di spostare i termini di pagamento delle opere in corso nell’anno 2020 per ottenere il beneficio del 90%, altri che chiedono delucidazioni sulla tipologia di intervento tecnico da adottare (risparmio energetico o abbellimento delle facciate per avere il 90% di detrazione?), progettisti che devono capire quale intervento è corretto progettare, Amministratori di Condominio che devono sapere quale è la giusta delibera da adottare, condomini che devono sapere quale è la giusta decisione da assumere, pena la loro personale responsabilità”.
“Sono tante le riflessioni a cui badare – ha aggiunto Castoldi -, ma una su tutte fa comprendere la gravità di un’affermazione così improvvida: si è pensato alle conseguenze sul mercato e sulla filiera, quali la completa destabilizzazione delle trattative in essere, il pericolo concreto dello slittamento dei tempi di delibera e di partenza dei cantieri, il danno economico presumibile a carico delle imprese e degli operatori? La dichiarazione di Franceschini paralizzerà un intero comparto e parte dell’economia”. Rete IRENE chiede quindi al Governo di fare immediatamente chiarezza e di dare risposte efficaci con l’urgenza del caso.
Architetti Ancona: ‘bene il bonus facciate, ma si fruisca anche del sismabonus’
“Apprendiamo con soddisfazione della volontà del Governo di introdurre un bonus destinato al rifacimento delle facciate degli edifici”. “Sono molti gli edifici ad Ancona in primis, ma anche in altri centri della nostra provincia, che hanno un urgente bisogno di opere di rifacimento. Per il decoro ma anche per la sicurezza delle persone”. Così la presidente dell’Ordine degli Architetti di Ancona Donatella Maiolatesi.
“Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Maiolatesi – che esiste un altro strumento di fondamentale importanza per un territorio a rischio terremoti come il nostro: il sismabonus, già prorogato tempo fa fino al 2021, permetterà di recuperare buona parte della spesa per adeguare il proprio edificio contro il rischio sismico. Invito i cittadini che vogliono saperne di più alla seconda Giornata nazionale della prevenzione sismica che si terrà domenica prossima ad Ancona, Jesi, Fabriano e Senigallia”.